Bando muretti a secco l’Assessore all’Agricoltura Leonardo Di Gioia risponde alle osservazioni di Casili m5s
In merito ai criteri del bando della Misura 4.4 del PSR Puglia 2014-2020 dedicata ai muretti a secco e alla presunta penalizzazione del territorio salentino denunciata dal consigliere Casili, l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Leonardo di Gioia, dichiara quanto segue: “I rilievi di Casili sono privi di fondamento in quanto non tengono conto di caratteristiche tecniche di questo ciclo di programmazione e di alcuni aspetti che lo differenziano dal precedente. In particolare il consigliere Casili dimentica di sottolineare che la nuova regolamentazione comunitaria affida alla misura esclusivamente finalità di natura ambientale senza considerare la funzione paesaggistica dei muretti a secco. Per tale motivo, rispetto al periodo precedente, non è stato possibile riproporre alcuni elementi di premialità per i territori salentini quale la localizzazione in ambiti territoriali specifici (Ambiti Territoriali Murgia dei trulli, Tavoliere salentino e Salento delle serre) o la compresenza di olivi monumentali”.
“Riguardo i criteri selezione adottati – prosegue di Gioia -, il consigliere polemizza sull’esclusione dei “siti ad alto valore naturalistico” nonché sulla decisione di prevedere il possesso della certificazione biologico/integrato al momento della pubblicazione dell’avviso. Per quanto attiene al primo aspetto, ampiamente dibattuto in seno al partenariato, giova considerare che tale esclusione è dettata dall’impossibilità di poter individuare – e quindi controllare – in maniera puntale tali aree non essendovi ufficiale delimitazione delle stesse. Va precisato, inoltre, che le aree natura 2000 premiate dal bando coprono oltre il 20% della superficie amministrativa regionale e comprendono, non escludono come il consigliere fa intendere, i parchi naturali della regione Puglia.
La scelta di bloccare il possesso delle certificazioni per il biologico al momento della pubblicazione dell’avviso scaturisce, invece, dalla volontà di ‘premiare’ le aziende veramente ‘attente’ all’ambiente evitando fenomeni opportunistici dell’ultimo momento. Questo in maniera assolutamente conforme ai dettami della regolamentazione comunitaria per lo sviluppo rurale”.
“Infine, voglio sottolineare – conclude – che in nessun modo i criteri stabiliti possono aver favorito quanti avrebbero avuto in anticipo il bando come maliziosamente il consigliere fa intendere nella sua nota. Casili dovrebbe ben sapere, da attento studioso del PSR qual’è, che i principi di selezione imposti dalla Commissione sono noti sin dall’approvazione del Programma nel 2015 e i contestati criteri sono gli stessi approvati nel marzo del 2016 in seno al Comitato di Sorveglianza. Criteri che sino ad oggi, per quanto ben noti, non sono mai stati eccepiti. È evidente, quindi, che i rilievi che egli muove sono, se non strumentali, quanto meno tardivi e utili solo a fini di una certa politica di basso profilo”.