Equo compenso nelle opere pubbliche: la posizione degli Ingegneri della Provincia di BARLETTA-ANDRIA-TRANI
L’Ordine degli ingegneri della Provincia di Barletta-Andria-Trani ha espresso il suo sostegno al Consiglio nazionale in merito alle osservazioni contenute nella Relazione annuale di ANAC presentata in Parlamento. Gli ingegneri sostengono che l’applicazione dell’Equo compenso non impatta sui costi delle opere pubbliche. “L’Equo compenso si applica agli affidamenti regolati dal Codice, esaltando la concorrenza sui valori qualitativi degli operatori economici. Gli operatori possono concorrere sull’economicità della prestazione attraverso proposte organizzative più efficienti, che consentano riduzioni delle spese correlate ai compensi”, affermano gli ingegneri. Pertanto, il riconoscimento di un giusto corrispettivo a chi fa progettazione non altera i quadri economici delle opere pubbliche. Secondo l’Ordine degli ingegneri, i quadri economici delle opere pubbliche non risultano differenti per via dell’applicazione dell’Equo compenso. “I quadri economici vengono predisposti con riferimento al calcolo delle spese tecniche secondo il decreto parametri. Eventuali ribassi possono scaturire solo a seguito della fase di affidamento. La stessa ANAC si è pronunciata più volte sull’illegittimità dell’inserimento di preventivi ribassi nei bandi di gara, pratica non consentita dall’art. 41 del Codice. Pertanto, i quadri economici delle opere, sia nell’ambito PNRR che di ordinari finanziamenti, non risultano variati dall’applicazione dell’Equo compenso”. L’Ordine sottolinea anche l’importanza di garantire l’inserimento di giovani professionisti nelle opere pubbliche. Spesso, i giovani sono penalizzati sull’offerta qualitativa a causa del ridotto curriculum e sono obbligati a offrire ribassi mortificanti, anche nell’ordine del 90% dei corrispettivi. Tuttavia, grazie alle previsioni del nuovo Codice e della legge sull’Equo compenso, un giovane professionista può ora ottenere un incarico pubblico mediante un affidamento diretto, compensato secondo i parametri ministeriali. Il settore civile e delle opere pubbliche sta vivendo una crescente carenza di tecnici, conseguenza della riduzione enorme di iscritti nei percorsi universitari propedeutici. “Dobbiamo comprendere che le misure legislative susseguitesi negli anni hanno reso la professione sempre meno appetibile, sia in ambito libero professionale che nella pubblica amministrazione, per prospettive economiche non gratificanti”, conclude la nota dell’Ordine.