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Reading – concerto del romanzo di Ettore Castagna “Tredici gol dalla bandierina”.

Il 13 luglio appuntamento al Laboratorio Urbano di Conversano

Sabato 13 luglio, alle ore 20.30 presso il Laboratorio Urbano di Conversano “LABottega” (Via San Giovanni Bosco), andrà in scena il reading – concerto tratto dal romanzo di Ettore Castagna “Tredici gol dalla bandierina”.

L’autore, un vero e proprio one man show, fa tutto da solo: arriva, installa amplificazione e luci, parla, canta, suona, recita. Infine ringrazia, saluta, smonta tutto e riprende il suo tour.

In scena ci sono simbolicamente due personaggi: Vito Librandi, giovane sognatore rivoluzionario degli anni ’70 calabresi che vuole cambiare il mondo (ma alla fine sarà il mondo a cambiare lui) e Totò Tomaselli (classe 1899), nonno dello scrittore e mastro suonatore di chitarra battente. È proprio Totò a interpretare dieci canzoni di stile popolare da cui nasce un discorso artistico nuovo ed originale che è la traccia musicale guida della performance.

Però sul palco c’è solo Ettore che parla come Vito e suona come Totò in un percorso molto personale di teatro/canzone.

Tredici gol segnati (veramente) dalla bandierina fra il 1974 e il 1981 sono la metafora e la parabola di una giovinezza intera. Quella di un ragazzo di Catanzaro che sogna vita, musica e rivoluzione rivolgendosi alla presenza quotidiana e mitica di Massimeddu (Massimo Palanca), leggendaria ala sinistra del Catanzaro di quegli anni.

Un’intera città e un’intera regione, da sempre ai margini della vita nazionale, vivevano le gesta sportive di Palanca come un momento di riscatto e, per molti ragazzi degli anni ’70 calabresi, Palanca diviene il piccolo Mao-Tze-Tung del tiro a effetto, l’ala sinistra di sinistra, il leader capace di far sognare. Con lui cerca un dialogo irreale Vito Librandi, uno dei ragazzi del ’77 calabrese, mentre lo scenario della sua vita si sviluppa lungo la linea d’ombra della nascita, della crescita e del declino del grande movimento giovanile antagonista degli anni ’70, un fenomeno unico in tutta l’Europa occidentale.

È la Rivoluzione vista e sognata dalla provincia, con quel filo di ironia e surrealtà che trasforma in leggenda minore la quotidianità dei meridionali a segnare la sua vita e la sua formazione. Probabilmente anche il suo futuro.

Tutto si discute e si trasforma nella luce irregolare e travolgente di quegli anni: l’amore, la politica, l’impegno civile, la coppia, la libertà sessuale.

Il fondale è quello degli anni ’70 e i primi anni ’80 nel quale i ragazzi del ’77 vivono una trasformazione più grande delle loro forze ma hanno la caparbietà e il coraggio di coltivare idee e progetti.

Un’immagine diversa e molto contemporanea di quello che è un Sud spesso considerato solo periferia e che, invece, qui si presenta tutto come laboratorio sentimentale, culturale, generazionale.

Un racconto agrodolce nel quale illusioni e disillusioni di una generazione intera che cerca di salvarsi dalla certa condanna all’emigrazione, vengono filtrate dentro un orizzonte simbolico nel quale la vita provinciale di una classe di liceo e gli eventi calcistici trovano una fusione e un equilibrio bello e imperfetto.

Che non potrà durare.