#SISPRINT IN TOUR – Il report Sisprint sulla Puglia: fotografia di un territorio per programmare lo sviluppo.
Le attività connesse alla produzione di servizi incidono per più del 75% sulla ricchezza complessivamente prodotta in regione; ricettività e ristorazione stanno tirando la volata all’affermazione del turismo anche internazionale: il numero di presenze turistiche è cresciuto dal 2012 al 2016 dell’8,6%, molto di più che in Italia (5,8%). Le società di capitale sono cresciute del 24% nel giro di un quinquennio. Il sistema socio-economico pugliese ha risentito profondamente della crisi internazionale, in linea con il resto della Penisola. Ma, nonostante le crescenti difficoltà, continua a esibire una storica propensione ai mercati esteri, con un export che supera gli otto milioni di euro, “un dato ambivalente ma positivo perché non distante da quello del periodo d’oro dell’Ilva di Taranto. E che si inquadra nella strutturale debolezza del 13%, che è la quota di export del Mezzogiorno sul totale nazionale “.
Lo ha evidenziato Pasquale Orlando, dirigente della Regione Puglia e componente dell’Autorità di Gestione del Por Puglia 2014-2020, commentando i dati del Report semestrale dell’Agenzia per la Coesione territoriale e Unioncamere nazionale dedicato alla Puglia.
Il report completo è stato presentato questa mattina alla Camera di Commercio di Bari nella tappa pugliese del progetto #SISPRINT IN TOUR. Si tratta di una delle azioni previste nell’ambito del progetto SISPRINT, Sistema Integrato di Supporto alla Progettazione degli Interventi Territoriali, finanziato dal PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020, di cui Unioncamere è il soggetto beneficiario. “Un progetto che nasce per valorizzare, integrare e analizzare dati a supporto delle politiche di sviluppo; ascoltare le esigenze delle imprese e orientare le risposte delle PA; supportare una progettualità qualificata”, ha spiegato Francesca Petri, referente SISPRINT per la Puglia. Angela Partipilo, segretario generale della Camera di Commercio di Bari, ha insistito sulla necessità di una più efficiente programmazione delle politiche di supporto alle imprese. “Le analisi si basano sulla valorizzazione del patrimonio di dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio e di altre fonti camerali, opportunamente integrato con informazioni e fonti statistiche di cui dispone l’Agenzia per la Coesione Territoriale. Il report, assai valido, – ha aggiunto – dovrebbe essere portato a conoscenza non solo a livello locale, ma anche nazionale e governativo. Perché si continuano a fare leggi che invece di semplificare la vita di imprese e cittadini rendono più complicato il rapporto con la pubblica amministrazione, inibendo l’iniziativa imprenditoriale”. Pasquale Orlando ha parlato del piano di investimenti del Por regionale dal 2015 ad oggi, pari a 3,2 miliardi di euro, di cui oltre 500 milioni per progetti di ricerca, su cui è stato disposto un contributo di 1,1 milioni di euro, destinatarie 7 mila imprese, per un piano occupazionale di 80mila unità in più. In quanto dirigente della Regione Puglia fa parte degli stakeholder ai quali il sistema camerale con questa iniziativa intende rivolgersi per offrire un set di informazioni sui temi coerenti con l’Accordo di Partenariato. E così leggendo il rapporto sulla Puglia scopriamo, come ha detto Alessandro Rinaldi, Responsabile dell’ufficio studi di Si.Camera, che 1600 imprese pugliesi non esportano ma potrebbero farlo, se sostenute con politiche mirate; che nella regione c’è una buona incidenza fra i beni esportati di prodotti high tech e agroalimentari; che l’alimentare è il settore che fa le performance migliori, aumentando l’incidenza del suo export sul totale economia di ben oltre 5 punti percentuali, dal 15,2% del 2012 al 20,6% del 2017; che il pil pugliese è trainato dal terziario e dal turismo: le attività connesse alla produzione di servizi incidono per più del 75% sulla ricchezza complessivamente prodotta in regione. Nel corso dell’ultimo quinquennio, infatti, il valore aggiunto generato dalle imprese del commercio è cresciuto del +2,3%, quello delle imprese di servizi del +0,5%; che ricettività e ristorazione stanno tirando la volata all’affermazione del turismo anche internazionale: il numero di presenze turistiche è cresciuto dal 2012 al 2016 dell’8,6%, molto di più che in Italia (5,8%). E inoltre che a livello settoriale, agricoltura e industria sperimentano un processo di accentramento ed efficientamento all’interno del quale si riduce il numero delle imprese e il numero dei loro occupati, ma aumenta la competitività e il valore aggiunto prodotto; che le costruzioni, in Puglia come in Italia, stanno ancora attraversando una fase di riduzione di occupati, imprese e ricchezza prodotta; che in Puglia c’è un’elevata presenza di imprese femminili e giovanili; che le start up sono al di sotto della media nazionale (8,1 contro il 14,1 nazionale, ma con la provincia di Bari che con il 12,1 fa meglio di Sud e Isole); che le società di capitale sono cresciute del 24% nel giro di un quinquennio, e questo testimonia l’inspessimento del sistema imprenditoriale, che il nostro indice di vecchiaia più basso di ben otto punti percentuali rispetto alla media della Penisola. Restano però zone buie. Un dato fra tutti: “il Pil per abitante (dato 2016) è meno di due terzi della media nazionale con corrispondenti criticità riscontrate nel locale mercato del lavoro: tasso di disoccupazione pari a 18,8%, Italia 11,2%; tasso di disoccupazione 15-24 anni 51,4%, Italia 34,7%)” ha evidenziato Luigi Triggiani, segretario generale di Unioncamere Puglia. D’altronde la Puglia è al duecentunesimo posto fra le 276 regioni europee. Quindi ben vengano tutte le informazioni che possano valorizzare i tanti punti di forza della Puglia attraverso una programmazione dettagliata degli interventi.
Per l’ufficio stampa Chicca Maralfa